martedì 30 dicembre 2014

La Stimolazione Visiva

La vista è stato l'ultimo senso a svilupparsi nell'uomo. Gli occhi forniscono un maggior numero di informazioni ad una velocità maggiore rispetto gli altri sensi, tipo il tatto o l'udito; hanno una funzione ricevente che permette di cogliere a distanza lo stato fisico di eventuali sostanze, inoltre hanno una funzione trasmittente-comunicativa. Vari studiosi, soprattutto di psicologia, distinguono tra campo visivo e mondo visivo. Il campo visivo è costituito dalle immagini registrate dalla retina, mentre il mondo visivo è la rappresentazione soggettiva che ciascuno ha di queste immagini. La vista, quindi, è un senso a distanza con un campo percettivo molto ampio che permette di vedere più oggetti simultaneamente. La percezione visiva ha delle caratteristiche particolari:
-permette di distinguere i colori;
-consente di cogliere l'illusione ottica della prospettiva;
-percepisce immediatamente il movimento.
Le persone con disabilità grave e gravissima hanno una capacità visiva molto particolare e differente tra loro; spesso percepiscono solo i contrasti marcati e chiaro-scuro e queste informazioni, in genere, arrivano ai livelli più elementari di elaborazione delle sensazioni e questo perché una tipologia di percezione più complessa non si è sviluppata a causa delle compromissioni cerebrali. Tuttavia è necessario offrire le stimolazioni visive ed adattarle ai reali livelli di sviluppo di queste persone, ad esempio sottoporre un ragazzo con insufficienza mentale profonda ad una particolare stimolazione visiva non l'aiuterebbe a sviluppare la visione e nemmeno di aprirsi, attraverso questo senso, al mondo contingente; quindi una stimolazione di questo tipo non si rifà di certo ai suoi bisogni educativi ma creerà solo un caos di informazioni che non sarà in grado di decifrare. Questa realtà di iperstimolazione diverrà per la persona con disabilità un contesto grigio che la porterà ad isolarsi; questi soggetti non possiedono la capacità volontaria di riuscire a discernere tra tanti stimoli o di salvaguardarsi in una realtà che non si rifà alle loro necessità. Lo strumento che possiedono per tutelarsi è l'isolamento che si può manifestare in forma passiva (chiusura apatica) oppure in forma attiva (iperagitazione).
La stimolazione visiva ha senso se proposta attraverso il gioco e l'attività:
L'importanza delle stimolazioni visive con il soggetto gravissimo non ha carattere di concettualizzazione od il mero riconoscimento dei colori e delle forme, ma ha la funzione di attirare l'attenzione del ragazzo attraverso lo stimolo dell'acuità visiva con esercizi che vanno ad utilizzare fonti luminose e per lo più colorate, intermittenti, ma anche semplicemente l'uso di una candela o di una torcia. Inoltre è possibile stimolare l'attenzione visiva anche tramite l'utilizzo di oggetti in movimento, come masse di materiali di diverso colore (lana, carta plastificata dai colori accesi, raffia ecc...), palline colorate o catenelle e molto altro.
IL CONCETTO DI NICCHIA e GLI SPAZI DELLA VITA QUOTIDIANA
E' importante innanzitutto accertarsi che le persone con disabilità grave e gravissima dispongano di uno spazio adatto perché, spesso, le gravi menomazioni intellettuali, fisiche o psichiche coincidono con uno spazio limitato. I locali solitamente appaiono come luoghi malinconici, prettamente funzionali ed organizzati in modo da facilitare le cure, piuttosto che luoghi d'esperienza e di vita. Nel concetto di normalizzazione è importante introdurre anche questo aspetto perché non è giusto tagliar fuori queste persone da tutti gli avvenimenti della vita quotidiana. Particolarmente, con questo concetto, si vuole indicare il "vivere lo spazio", sperimentare il proprio appartamento, la propria camera ed il proprio angolo personale. L'alloggio rappresenta il centro della vita dell'individuo e della sua famiglia ed avere un proprio appartamento/casa equivale quasi ad avere un rifugio permettendo di esprimere la propria personalità; quindi il fine di costruire un proprio ambiente circostante rispecchia il bisogno di trovare uno stimolo ed una distensione. Rispetto ad altri mondi, tipo quello del lavoro, l'alloggio e la sfera privata rappresentano un elemento di vita dove dominano l'indipendenza e la responsabilità, pertanto questo spazio di vita individuale acquista valore sociale e la privazione di tale possibilità crea una grave ingerenza nella vita privata. Le persone con disabilità sono svantaggiate in questo senso perché l'appoggio delle istituzioni risponde perlopiù ai bisogni standardizzati, ovvero a quei bisogni che dipendono dalle tecniche di cura, ma non ai bisogni individuali di ciascun degente portatore di qualche forma di disabilità; sono spazi di vita standardizzati, prefabbricati e ben poco variati. La capacità di allargare il proprio spazio immediato, la capacità di percepire attraverso gli occhi e l'udito ciò che succede nella stanza oppure la possibilità di movimento sono vissute in modo molto diverso e limitato dalle persone menomate rispetto a quelle normodotate; le loro stanze non sono più quell'involucro protettivo, che gioca sempre un ruolo importante nello sviluppo di ogni umano, da cui ne esce voglia di scoprire un vasto mondo. Il fatto di sentirsi "avvolto" è una cosa importante nella nostra vita, infatti sin dal momento prenatale il corpo della madre rappresenta uno spazio vitale e queste sensazioni di avvolgimento si ripresentano anche dopo la nascita dalle persone di referenza. 
A tal riguardo il concetto di "nicchia" viene considerato un piccolo spazio che offre e garantisce sicurezza, protezione contro qualsiasi tipo di turbamento perché con le spalle protette è possibile aprirsi all'esterno. Il soggetto con disabilità presenta notevoli limitazioni e difficoltà a comprendere ed a reagire in modo appropriato a dei stimoli simultanei e diversi perché molto spesso sono subissati da dei stimoli eccessivi andando a reagire in modo inappropriato ed eccessivo, la nicchia in questo senso offre uno spazio protettivo dal quale si può attingere più stabilità. In altri termini lo si può anche considerare come un involucro che si apre verso l'esterno e che mediante il suo effetto stabilizzatore e protettivo permette l'apertura verso l'esterno dove il soggetto con disabilità presenta non poche difficoltà. Considerando poi gli spazi in cui queste persone passano la maggior parte del loro tempo è facile capire che queste nicchie sono praticamente inesistenti, in cui dominano la luce ed i grandi spazi, non esiste la possibilità di raccogliersi un po in sé stessi ma anche con altre compagni di stanza/appartamento, per cui diviene inevitabile il ritiro interiore da parte di queste persone con disabilità; tuttalpiù, a volte capita che la fuga negli stereotipi e nei comportamenti aggressivi permettano di proteggersi da una iperstimolazione e dal senso di vuoto, perché si sa che la mancanza o la troppa stimolazione sono una delle principali cause della comparsa di stereotipi e di comportamenti auto ed etero aggressivi.
Quindi, per finire, per poter effettuare un'adeguata stimolazione visiva, la persona con disabilità psicofisica grave e gravissima necessita di uno spazio apposito ed adatto alle sue capacità percettive dove possa concentrarsi in merito alle stimolazioni visive ed il concetto di nicchia fin qui esplicato rappresenta proprio questo. In questo contesto, ovviamente, non ci sono le informazioni esterne, il caos e quindi tutta questa esagerazione di stimoli, permettendo all'utenza di stabilizzarsi a livello percettivo globale e concentrarsi in riferimento alle stimolazioni visive.



Ecco un esempio di NICCHIA, in questo caso si tratta di un laboratorio sensoriale adibito a stanza protettiva e separata dal contatto esterno per ritrovare il senso d'appartenenza/senso di me intimo.

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