mercoledì 31 dicembre 2014

Un laboratorio senso percettivo ma anche creativo: Lo spazio cucina!!!

Durante il mio tirocinio formativo ho avuto modo di mettere in pratica tutti i concetti che ho cercato di spiegare in questo blog. Con l'aiuto del personale, molto competente, della struttura ho iniziato quest'attività di stimolazione basale e sensoriale all'interno della cucina con un'utente affetta da Sindrome di Down ed oligofrenia. Perché è stato scelto proprio lo spazio cucina?
Nel tentativo di trovare qualche elemento accattivante per lei e che potesse stimolare il suo interesse e voglia di mettersi in gioco siamo partiti proprio da una delle sue più grandi passioni, il caffè. Inizialmente la "sottoponevo" ad una stimolazione basale con relative stimolazioni vibratoria, somatica e vestibolare in modo tale da "ammorbidirle" gli arti ed in un certo senso presentarle ciò che saremo andate a fare, tutto ciò accompagnato da qualche parola di intrattenimento. Per iniziare le ponevo davanti il caffè di diversa consistenza, polvere o chicchi, in maniera da sollecitare la sua attenzione e devo dire che come cosa ha funzionato perché ne era assai attratta, interesse che comunque durava per un breve tempo ma lo stesso gratificante considerata la gravità dell'utente; in questa tipologia di approccio non va mai scordata l'importanza dei piccoli passi fatti per raggiungere gli obiettivi e lavorare in un'ottica di massimo rispetto per l'utenza. Dopo una fase di osservazione, con molta calma, cercavo di spingerla ad acquisire un contatto e conoscenza con questo materiale di diversa consistenza per aumentare la sua consapevolezza, la stimolavo inoltre a conoscerne l'odore ed a fare altre operazioni in autonomia, ad esempio mettere dei chicchi da un sacchettino all'altro. Poco alla volta cercavo di aggiungere altro materiale che andava a catturare la sua attenzione, ad esempio biscotti, succo di frutto e pezzi di carta colorata e lucida. Utilizzavamo il cibo e la bottiglia in svariato modo cercando di stimolare tutti i sensi, dall'olfatto al tatto e dall'udito alla vista, Durante l'ultimo incontro abbiamo preparato il caffè con la caffettiera e successivamente l'abbiamo potuto assaporare, in questo momento gratificante che chiudeva il mio percorso insieme a quest'utente che mi ha trasmesso davvero molto. Nonostante l'utente andasse ripetutamente incoraggiata mi reputo soddisfatta dei risultati che, incontro dopo incontro, siamo riuscite a raggiungere. Le difficoltà ed i momenti emozionanti non sono di certo mancati, comprese tutte quelle sensazione che possono trasmettere queste persone con disabilità.


Per la persona con disabilità grave e gravissima effettuare un laboratorio di cucina con i canoni fin qui citati può risultare significativo per vivere un'esperienza senso percettiva completa.
Anche per l'educatore può essere un momento metodologico forte che di sicuro lo costringe a molte, complesse e ripetute riflessioni offrendogli un importantissimo vissuto operativo e permettendogli di esaltare all'ennesima potenza il fatto di fare educazione ad una persona con disabilità gravissima


3 Commenti:

Alle 14 gennaio 2015 alle ore 22:54 , Blogger ERICA ha detto...

Trovo che l'argomento trattato sia davvero di larghe vedute;la cucina può essere sicuramente una stimolazione efficace...brava martina!!!...ti aspetto per commentare anche il mio blog=) !!!!

 
Alle 15 gennaio 2015 alle ore 13:09 , Blogger Unknown ha detto...

Argomento interessantissimo e particolare...visto da un altro punto di vista! Complimenti!

 
Alle 29 gennaio 2015 alle ore 05:36 , Blogger Sara Greggio ha detto...

Molto interessante quest'argomento!! Brava Martina! Complimenti per il tuo blog.
Ti aspetto nel mio http://saragreggio.blogspot.it/

 

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page